sabato 24 maggio 2014

X-Men - Giorni di un futuro passato di Bryan Singer


Bryan Singer ci sa fare con il cinema. E' un dato di fatto. Seppur tra alti e bassi, un regista in grado di sfornare una pellicola come "I soliti sospetti" non può essere uno qualunque. Se poi si restringe il campo ai supereroi - o meglio alle vicende degli X-Men - il giudizio non può che essere positivo. E' lui infatti l'autore e lo sceneggiatore degli apprezzati "X-Men", "X-Men 2" e del sorprendente "X-Men - L'inizio". Non è un caso infatti che il film peggiore della saga sia "X-Men - Conflitto finale", l'unico dove Singer non ha avuto voce in capitolo. E' quindi normale che le aspettative verso questa nuova pellicola fossero alte. Specialmente viste le premesse narrative.
In un prossimo futuro cupo e distopico, giganteschi robot conosciuti come Sentinelle sterminano senza pietà mutanti e umani a loro amici. I pochi sopravvissuti passano da un nascondiglio all'altro e ogni giorno rischiano di essere uccisi. Su richiesta di Professor X e di Magneto, il gruppo si riunisce per un'ultima strenua resistenza mentre Kitty Pride utilizza il suo potere per mandare Wolverine nel 1973. Il suo obbiettivo è impedire che il progetto Sentinelle del dottor Bolivar Trask possa iniziare e portare umani e mutanti all'estinzione.
Uno dei due più grossi difetti dei cine-comic - che spesso poi ne causano il fallimento - è il prendersi poco sul serio ("Iron Man"). L'altro è il mettere troppa carne al fuoco, con l'inserimento di un numero esagerato di spunti senza che nessuno di questi venga sviluppato a dovere (il recentissimo "The Amazing Spider-Man 2"). Sono felice di dire che "X-Men - Giorni di un futuro passato" evita saggiamente di cadere in queste due problematiche e mette in piedi un intreccio narrativo coi fiocchi, ricco di colpi di scena e salti temporali. Così come è avvenuto con l'eccellente "Captain America - The Winter Soldier", anche qui si è deciso di rivolgere maggiore attenzione alla sceneggiatura che all'azione pura, evitando la proverbiale caciara, con botte ed effetti speciali a farla da padroni. Tolti gli insopportabili 10/15 minuti di commedia con QuickSilver, i toni sono più dramma che da classico cine-comic e anche le immagini mostrate sono più adulte. A tal proposito la sequenza dell'attacco delle Sentinelle al rifugio dei sopravvissuti è davvero sensazionale. A questo va aggiunta anche una valida ricostruzione storica anche se ho di gran lunga preferito l'atmosfera del precedente capitolo, più credibile e vintage. Sul fronte personaggi, sia lo spettatore occasionale che l'appassionato di fumetti non può che ritenersi soddisfatto, visto il gran numero di X-Men presenti, anche se a farla da padroni sono sicuramente Wolverine, Charles Xavier, Magneto e Mystica. Avevo qualche remore su Hugh Jackman ma in fin dei conti se la cava piuttosto bene. I suoi comprimari (James McAvoy, Michael Fassbender e la splendida Jennifer Lawrence) sono ovviamente di ben altra stoffa e lo si vede. Per quanto riguarda gli effetti speciali è quasi inutile dire che sono allo stato dell'arte e alcune sequenze sono da togliere il fiato.
In introduzione dicevo che Bryan Singer ci sa fare con il cinema e con l'universo degli X-Men. E "X-Men - Giorni di un futuro passato" ne è l'ennesima riprova. Film eccellente sotto molti aspetti che quasi raggiunge il livello dell'ultimo Cap America e che porta con sé una serie di cambiamenti epocali sull'universo dei mutanti. Per fortuna Singer sarà ancora al timone. L'appuntamento è per il 2016 con "X-Men - Apocalypse".

sabato 3 maggio 2014

The Amazing Spider-Man 2: Il potere di Electro di Marc Webb


Dopo il disastroso terzo film della saga firmata da Sam Raimi, il brand di Spider-Man è rimasto fermo per alcuni anni. Giusto il tempo per dimenticare l'insopportabile volto Tobey Maguire e nel 2012 viene rilasciato "The Amazing Spider-Man" che costituisce allo stesso tempo un reboot cinematografico e una visione particolare del personaggio, essendo ispirato ad una saga particolare di fumetti (se non erro, la Ultimate). La regia viene affidata a Marc Webb, che nel 2009 aveva stupito tutti con la spendida commedia romantica "(500) giorni insieme". Il successo di pubblico è enorme e anche la critica ne riconosce gli indiscutibili pregi e lo promuove. Sulle ali dell'entusiasmo, la Sony annuncia non uno ma addirittura tre seguiti, a rilascio annuale. Il 2014 è l'anno del secondo.
In seguito alla vittoria contro Lizard, Spider-Man esce dall'ombra e ogni giorno è impegnato a combattere il crimine a fianco della polizia. Sempre più tormentato dalla promessa fatta in punto di morte al capitano George Stacy però, decide di dare un taglio alla sua relazione con Gwen. Durante l'inseguimento di un criminale russo che ha rubato del Plutonio, Peter salva miracolosamente da morte certa Max Dillon, un solitario e frustrato impiegato della Oscorp. Successivamente, durante un controllo al sistema elettrico di una struttura, Max diviene vittima di un terribile incidente che lo trasforma in un essere unicamente costituito di energia, Electro. Sotto questa forma si manifesta al mondo e tocca a Spider-Man intervenire. Allo stesso torna in città Harry Osborn, figlio di Norman, che manifesta la stessa malattia degenerativa del padre ed è deciso ad evitare la morte ad ogni costo.
Quando si cerca di strafare - e lo "Spider-Man 3" di S. Raimi è lì a ricordarcelo - il rischio di fare un fiasco è dietro l'angolo. Di questo evidentemente non se sono resi conto gli sceneggiatori e il regista dato che, malgrado sia ben lungi da essere un disastro, "The Amazing Spider-Man 2" è una delusione. Parziale, certo, ma pur sempre una delusione. D'altronde quando si cerca di comprimere in 140 minuti eventi che avrebbero potuto e dovuto essere trattati in due film di eguale durata non può essere altrimenti. Insomma siamo di fronte al classico esempio di troppa carne al fuoco. E lo dico a malincuore, poiché il nuovo approccio all'Uomo-Ragno mi piace e ho apprezzato il primo capitolo della nuova serie, con il suo misto tra azione, fantascienza e romanticismo. Qui però ci sono troppi eventi, troppi personaggi e troppe tematiche e nessuno di questi aspetti e trattato in maniera sufficiente. Il conflitto interiore Peter Parker/Spider-Man, lo scontro con Electro, la nascita e la discesa in campo di Goblin, la storia d'amore con Gwen Stacy (che alterna momenti imbarazzanti ad altri stupendi), il segreto della scomparsa dei genitori e addirittura l'elaborazione di un lutto: tutti temi che meriterebbero quasi un film a sè ma che qui vengono inseriti uno dopo l'altro senza sosta e senza la possibilità di essere sviscerati a dovere. E questo purtroppo non può che dare una generale sensazione di incompletezza e di confusione, oltre che l'impressione di una grande occasione mancata. E lo è ancor di più se si considera che gli altri aspetti del film sono pienamente riusciti. Dagli attori alla regia. Dal punto di vista visivo poi, la pellicola è una vera e propria gioia per gli occhi, con i suoi colori vivi, la sua fotografia molto pulita e nitida (che richiama un po' i fumetti) e ovviamente con i suoi sensazionali effetti speciali.
L'espressione che meglio definisce "The Amazing Spider-Man 2" è, come ho già detto, occasione mancata. E' naturale che paghi anche il fatto di essere uscito troppo in prossimità di quello che è uno dei migliori comic-movie mai realizzati ( mi riferisco ovviamente a "Captain America: The Winter Soldier") ma il pasticcio combinato a livello di sceneggiatura è notevole e le meraviglie visive riescono a porvi rimedio solo in parte. Peccato.