mercoledì 19 settembre 2012

Prometheus di R. Scott.

 
Parecchio in ritardo rispetto agli altri paesi (strano a dirsi, eh?), il nuovo attesissimo film di Ridley Scott sbarca finalmente in Italia. E perché attesissimo? Perché rappresenta il ritorno al genere (la fantascienza/horror) di un regista che ha contribuito a ri-definirne gli standard con un capolavoro del calibro di Alien. E, come ormai sanno anche i muri, è proprio da Alien che il buon Ridley parte per creare quello che è un prequel delle avventure di Ripley e dell'agghiacciante xenomorfo. Prequel un po' atipico a dire il vero. Anzi, come molti dicono, sarebbe più giusto definirlo il prequel del prequel. Scott infatti non si vuole limitare a spiegare gli avvenimenti che hanno portato al segnale di soccorso proveniente dal satellite LV-426 ma diventa presto chiaro come intenda dare il vita ad una nuova saga o perlomeno ad un progetto che va ben oltre il film in questione. E' bene dire sin da subito che "Prometheus" non solo non chiarisce tutti i quesiti che ogni buon appassionato si è fatto per anni ma contribuisce a crearne di nuovi, rimandando la loro spiegazione ad un prossimo futuro. Ma andiamo con ordine.
Nel 2089 in Scozia, un gruppo di ricercatori scopre in una grotta un dipinto molto antico raffigurante un uomo che indica una serie di cerchi. Tale ritrovamento è l'ultimo di una serie di raffigurazioni identiche trovate in altri luoghi e realizzate da popolazioni variegate e in tempi del tutto differenti. E' opinione dei due capi spedizione che la serie di cerchi stia ad indicare una costellazione e che il dipinto rappresenti i creatori della razza umana, chiamati Ingegneri. Nel giro di qualche anno, trovato il magnate a capo della Weyland Corporation come finanziatore, parte una spedizione verso il luogo a cui si ritiene la mappa galattica faccia riferimento, la luna LV-223. Qui il gruppo di esploratori trova segni tangibili del passaggio degli Ingegneri ma provoca anche il risveglio di una terribile minaccia, in grado di porre la parola fine all'intera umanità.
Malgrado avessi aspettative elevate, mitigate solo in parte dal livello alterno degli ultimi prodotti targati Ridley Scott, ho trovato Prometheus un buon film. Ci sono diversi difetti, alcuni addirittura fastidiosi e ridicoli, ma il paio di ore di durata mi ha divertito davvero parecchio e mai ho avuto modo di annoiarmi. Uno dei motivi principali è senza alcun dubbio l'imponente resa grafica: le astronavi, il satellite su cui si sviluppa l'avventura, gli ambienti in cui i personaggi si muovono e persino tutti i gingilli futuristici utilizzati sono davvero ben realizzati e alcuni passaggi sono letteralmente in grado di lasciare lo spettatore a bocca aperta. E tutto è resa in maniera 'genuina', lasciando da parte filtri ammazza-occhi, colori esagerati o inquadrature acrobatiche (grossolani difetti che in famiglia qualcuno aveva). Anche il senso di mistero, di scoperta, di terrore che caratterizzavano profondamente Alien vengono resi in maniera egregia, senza però mai raggiungere i livelli del suddetto film. Film a cui vanno continui omaggi e riferimenti, a volte persino esagerando, malgrado lo stesso R. Scott abbia più volte dichiarato di avere solo ambientato Prometheus nello stesso universo narrativo. Quando però i protagonisti raggiungono la sala con la distesa di vasi non si può non pensare al ritrovamente delle uova sul satellite LV-426. O vedendo la fine che fa il geologo è naturale che la mente vada ai terrificanti FaceHugger. Persino la scelta di lasciare il ruolo da protagonista alla scienzata interpretata da una convincente Noomi Rapace non può che richiamare alla mente la Ripley di Sigourney Weaver. Che questi siano graditi omaggi o portino a pensare malignamente ad una mancanza di idea sta poi ad ognuno di noi. Io protendo per la prima ipotesi e ho gioito nel notare le innumerevoli similitudini tra i due film.
Veniamo ora alle note dolenti. Note dolenti che non possono non iniziare con la tanto bistrattata sceneggiatura (realizzata da Damon Lindelof, conosciuto al grande pubblico per la serie TV Lost). Non siamo di fronte al completo disastro che molti lamentano ma è innegabile la presenza di qualche plot hole di troppo e di banalità e forzature assortite. I due personaggi che restano nel complesso alieno e che fanno una brutta fine sono un buon esempio di quanto appena detto. Senza contare poi che ho trovato la seconda parte eccessivamente frenetica e in più di un punto mi è parso mancasse qualche pezzo. Non chiedo un film di 5 ore ma evieterei di sorvolare su interi passaggi. Anche il cast non brilla particolarmente. Tolta la già citata Noomi Rapace e l'incredibile Michael Fassbender nei panni dell'enigmatico androide David, il resto degli attori si barcamena tra la sufficienza e la mediocrità. E Charlize Theron non fa eccezione. C'è però anche da dire che la maggior parte dei personaggi sono veri e proprio stereotipi e che in questi casi il lavoro degli attori è già oltremodo penalizzato.
Come è facile capire questi non sono proprio difetti da poco ma di fronte alla magnificenza scenica che il film mette in campo e al già citato senso di avventura e mistero che permea buona parte delle due ore, unito ai continui rimandi all'indimenticabile e sinora irraggiungibile Alien, lo spettatore può tranquillamente sedersi sulla poltrona e godersi il più che dignitoso ritorno di Ridley Scott nel mondo della fantascienza.

giovedì 13 settembre 2012

Questo non è un test.

This...
Is not...
A test...
This...
Is...
Reality...

Limp Bizkit - Intro (Chocolate Starfish and The Hot Dog Flavoured Water, 2000)

Un primo post piuttosto breve che servirà al sottoscritto per incominciare a capire come funziona Blogger.
A breve (?) ci sarà un restyling grafico e soprattutto qualche post un po' più articolato. Su cosa? Direi che l'espressione "QuelloCheMiPassaPerLaTestaInParticolarModoIlCinema" renda piuttosto bene l'idea. Dubito che a qualcuno possa interessare ma poco importa. Ormai ho deciso di partire.

Stay tuned.
Boota