sabato 4 maggio 2013

Iron Man 3 di S. Black.


Bene o male dovrei aver visto tutti i film Marvel usciti negli ultimi 15 anni e sono abituato ad alti e bassi. Malgrado nessuno possa ambire a livelli di eccellenza (come invece è accaduto con la trilogia di Batman targata di C. Nolan), ci sono pellicole che divertono e lasciano lo spettatore soddisfatto per quello che promettono. Tra i più recenti penso ad esempio a "X-Men - Le origini" o a "L'incredibile Hulk". Altri invece sono pessimi senza possibilità di appello ("I Fantastici 4" e "Spider-Man 3" su tutti). Tra questi estremi, "Iron Man" e relativo seguito non mi hanno mai particolarmente entusiasmato. Malgrado li abbia visti entrambi almeno un paio di volte non sono mai riuscito ad apprezzarli. E questo terzo episodio? Manterrà lo stesso andazzo dei due predecessori o sarà migliore? O peggiore? L'ultima è la risposta esatta.
 Dopo i fatti di New York narrati nel discreto "The Avengers", Iron Man deve ora vedersela con alcuni fantasmi del suo passato e con un nuovo temibile nemico, il Mandarino. Questi altri non è che un terrorista che odia gli Stati Uniti e che, attraverso una serie di attentati, punta a uccidere il presidente della nazione. Prima di fare ciò però, attacca direttamente la residenza del protagonista e la distrugge. Senza più le sue attrezzature e armature e vittima di crescenti crisi di panico, Tony Stark dovrà trovare la forza di regire e di proteggere i suoi cari.
Bisogna ammetterlo. Le premesse e l'inizio del film non sono affatto male. Certo, l'idea di un Iron Man senza armatura che deve dimostrare di valere più del metallo che indossa sa un po' di ultima spiaggia (possibile che in tutta la storia del personaggio non ci sia qualcosa di altrettanto valido?) ma va bene. Non è certo questo il problema. Anche l'ingresso del Mandarino (B. Kingsley) è di tutto rispetto. Un antagonista di quelli che fanno paura e che per una volta ti fa pensare che saranno lacrime e sangue prima di vederlo sconfitto. Tutto bene, quindi? Assolutamente no. Dopo che la super villa di Tony Stark viene distrutta con un attacco a dir poco devastante (ma che al protagonista e al personaggio interpretato da R. Hall comporta qualche graffio e poco più), il film si trasforma in una parabola discendente che culmina in una delle situazioni più imbarazzanti che io abbia mai visto. Diavolo, non conoscola storia originale ma nei fumetti il Mandarino non viene trattato in quel modo! Senza contare poi che Aldrich Killian (G. Pearce) non ha un minimo del suo carisma. Oltre a questo poi c'è l'ormai usuale tendenza a mettere tonnellate di carne al fuoco senza poi mostrare la minima intenzione a trattarla come invece meriterebbe. E qui di esempi se ne possono fare in abbondanza: dal colonnello James Rhodes con il discorso War Machine/Iron Patriot - un po' triste quest'ultimo ma ha un'effettiva corrispondenza nell'universo Marvel - a Maya Hanse (la già citata R. Hall) che non è più di una comparsa; dalla figura del vicepresidente e del bambino con lo spara-patate (!) all'esagerata accozzaglia dello scontro finale. E potrei andare avanti. Qualcuno potrebbe obbiettare che 'Ehi, si tratta di un film su Iron Man!' ma un minimo di cura sia in fase di sceneggiatura sia in fase di realizzazione è necessaria anche in questi casi. Di contorno a tutto ciò abbiamo ovviamente i soliti siparietti comici che se in alcuni casi sono piacevoli, nel finale si fanno sempre più irritanti.
In alcuni frangenti avrò forse esagerato ma i difetti elencati ci sono. Non si può negare. E resta poi il fatto che l'insopportabile siparietto comico di cui sopra ha letteralmente demolito quello che forse è uno dei più riusciti villain di sempre dell'universo dell'uomo di ferro.