domenica 2 febbraio 2014

The Wolf of Wall Street di Martin Scorsese

 
Credo che Martin Scorsese sia uno dei pochissimi registi - viventi e non - a non avere mai sbagliato un film. Qualcuno può essergli riuscito meno bene ma nel complesso nessuno può essere definito brutto. Un esempio lampante è "L'età dell'innocenza", pesante e a lungo andare anche noioso ma superbo nella regia e nella resa scenica. Quando presenti, i difetti vengono sempre ampiamente compensati dai pregi. E, alla soglia dei 72 anni, con una carriera come la sua alle spalle, Scorsese realizza l'ennesimo, grandioso film.
Jordan Belfort (Leonardo DiCaprio) è un giovane broker che al suo primo giorno di lavoro perde il posto per un tanto improvviso quanto catastrofico crollo della borsa. Convinto dalla moglie a non gettare la spugna, viene assunto in un call center che si preoccupa di vendere alla povera gente azioni dal valore pressoché nullo. Grazie al suo stile aggressivo, alle capacità dialettiche e all'intenso uso di droghe (che insieme al sesso e al denaro costituisce il suo personale trio di passioni/ossessioni), in breve tempo riesce ad ottenere guadagni enormi. Insieme al suo amico/collega Donnie Azoff (Jonah Hill) e a pochi altri conoscenti mette in piedi una società che, con una fitta rete di truffe e raggiri, permette enormi guadagni. Guadagni che ben presto attirano le attenzioni di un implacabile agente FBI.
Lo dico subito: è un film immenso sotto tutti i punti di vista. A partire dalle durata: 180 minuti non sono una passeggiata per nessuno. Fortunatamente qui siamo al cospetto di grande cinema, dunque il minutaggio passa in secondo piano e non ci si accorge del passare del tempo. Questo succede grazie ad una regia maestosa e ad un ritmo che oserei definire forsennato. Non c'è un secondo di pausa, gli eventi si susseguono in maniera vertiginosa, i personaggi corrono a destra e sinistra, senza quasi avere il tempo di respirare. E lo spettatore in men che non si dica viene stordito e trascinato in questo irresistibile vortice di denaro, droga e sesso. Tutti questi aspetti sono mostrati in maniera piuttosto esplicita anche se con il tono 'leggero' della commedia. A tal proprosito è incredibile notare con che destrezza e abilità Martin Scorsese riesca a districarsi tra differenti generi cinematografici. Dato il risultato complessivo di altissimo livello pare impossibile che sia lo stesso regista di pellicole come "Shutter Island", tanto per citare una di quelle più recenti. E come in "Shutter Island", ecco l'attore feticcio di Scorsese, Leonardo DiCaprio, autore di una prova - ecco di nuovo il termine - immensa. Come accade molto spesso ultimamente, il personaggio di Jordan Belfort gli sembra essere stato cucito addosso e dimostra ancora una volta che quando si ha bisogno di una prova molto fisica, fatta di urli, salti e movimenti rabbiosi, DiCaprio - che naturalmente non vincerà l'Oscar - non ha attualmente eguali nel panorama mondiale (forse solo Joaquin Phoenix riesce a tenergli testa). Pochi altri infatti avrebbero potuto reggere tre ore di cinema sulle proprio spalle senza perdere colpi. E' interessante a questo punto notare come il rulo ricoperto da DiCaprio nel cinema di Scorsese ricalca un po' quello che fu di Robert De Niro, in un sodalizio che produsse vere e proprie pietre miliari della storia, il cui punto più alto rimane a mio parere "Toro Scatenato". Non dimentichiamoci però di altri capolavori, come "Quei Bravi Ragazzi" e "Taxi Driver". Le collaborazioni più recenti non sono ancora allo stesso livello ma i presupposti per fare altrettanto bene ci sono tutti. Tornando a noi, prima di proseguire non posso non citare anche Jonah Hill, l'unico attore e l'unico personaggio che riesce a non sfigurare di fianco al protagonista. Notevole e molto credibile poi la ricostruzione storica degli anni '80: non siamo ai livelli degli anni '70 di "American Hustle" ma considerando la cura maniacale di quest'ultimo non c'è davvero di che lamentarsi. Superiore invece la colonna sonora, sempre consona e ben amalgamata alla sceneggiatura.
Direi che le parole spese finora siano più che sufficienti a descrivere la mia ammirazione per quest'opera. Sono tre ore di grande cinema. Ci si diverte, si ride e si riflette. E si ammira un maestro all'opera.

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